
Fu una
Giornata internazionale dei diritti della donna molto particolare quella del
1949. Era infatti l'
8 marzo di quell'anno quando negli Stati uniti venne autorizzato per la prima volta al mondo
captano, fungicida organico della famiglia delle
phthalimidi. In Italia la prima registrazione risale al
1971 e da allora numerose altre l'hanno seguita.
Sintesi della tossicologia
Captano appare caratterizzato da una
tossicità acuta orale estremamente bassa su una molteplicità di organismi, come emerge dalla
overview di ScienceDirect, vale a dire nell'ordine delle
migliaia di milligrammi per chilo di peso corporeo. La molecola, come riporta la medesima overview, avrebbe evidenziato anche
atrofia testicolare nei ratti maschi di laboratorio, come pure una
crescita ridotta in test di oltre un anno, ma solo alla dose di
10mila milligrammi per chilo di peso corporeo. Un'enormità. Per ottenere lo stesso effetto, ma solo sulle femmine, sono stati somministrati
5mila milligrammi per chilo, però per due anni.
Tradotto ipoteticamente su un essere umano di
60 chilogrammi di peso, questo dovrebbe assumere captano per un anno in ragione di
600 grammi al giorno, oppure
300 grammi al giorno per due anni. Per valutare quindi i rischi dovuti all'
esposizione a captano, si pensi che il limite residui da rispettare è pari a
10 milligrammi per chilo su pomacee e di
sei su drupacee. I
residui reali, ovviamente, sono ampiamente inferiori.
Caratteristiche tecniche di captano
Fungicida che agisce principalmente per
contatto, captano possiede un'apprezzabile
persistenza, esplicando al contempo alcuni benefici effetti collaterali come lo stimolo del vigore vegetativo e favorendo la cicatrizzazione dei
tessuti lesionati da fattori esterni come per esempio la
grandine. Quanto al
modo d'azione, il Frac lo ha posizionato nel
gruppo M4, dal momento che esplica un'attività
multi-sito. Cioè
antiresistenza. Meglio tenerselo caro, captano, è quindi il messaggio da spedire alla Comunità europea, da tempo in palese balia di
pressioni abolizioniste irrazionali, potenzialmente disastrose sul lungo periodo quanto a
sostenibilità dei programmi di difesa integrata.
Questa sostanza attiva viene infatti utilizzata nei programmi di difesa dei
fruttiferi, risultando efficace, su pomacee, nei confronti della
ticchiolatura, mentre su pero appare strumento utile contro
alternaria. Su drupacee è invece attivo contro
bolla e monilia, venendo utilizzato contro di esse con trattamenti
autunnali e primaverili. Parallelamente, captano svolge un’azione collaterale contro
nectria, fusicocco e corineo.
I formulati autorizzati
Secondo il
Regolamento di esecuzione (Ue) 2020/869 della Commissione del
24 giugno 2020, reperibile come ultimo aggiornamento su
Fitogest, la scadenza dell'attuale approvazione risulterebbe prorogata al
31 luglio 2021.
Generalmente i diversi formulati nazionali sono tutti autorizzati su
pomacee, qualcuna anche su
drupacee. Si va dai soli pesco e nettarine, all'aggiunta di susino, albicocco e ciliegio. Quindi, per ogni formulato è bene leggere attentamente le
colture autorizzate, etichetta per etichetta.
Numericamente, risultano al momento autorizzati in Italia
18 differenti formulati contenenti captano, tutti all'
80% di sostanza attiva e formulati come
granuli idrodispersibili, tranne una sospensione concentrata, registrata solo su pomacee, che di captano ne contiene in ragione di
360 grammi per litro, abbinato a
660 grammi per litro di
fosfonato di potassio.
Autorizzati non implica però
commercializzati. Anche in tal caso si consiglia di
consultare attentamente la banca dati Fitogest per individuare il
formulato disponibile più consono alle proprie esigenze.