Quali novità ci sono sui parassiti e le malattie dell'olivo? Ci pensa l'evento organizzato dall'Associazione Vento di Maestrale, "Vigna & Olivo", a fare il punto. Quest'anno si è tenuta l'undicesima edizione che si è conclusa il 22 marzo 2023 con l'incontro dedicato interamente alla coltura dell'olivo. Ci si è concentrati prevalentemente sulla difesa fitosanitaria e la fertilizzazione in un'ottica di innovazione e sostenibilità.
C'è stato un incremento del numero delle piante infette dal 2021 al 2022, che ha fatto sì che venisse rimodulata l'area di intervento e aumentata l'area di delimitazione in Puglia. Al momento c’è un'area più a Nord, denominata Valle d'Itria, dove si applicano misure di eradicazione (distruzione delle piante infette e distruzione di tutte le piante suscettibili nell'arco di 50 metri), ed è rimasta la zona infetta del Salento, dove si applicano misure di contenimento (distruzione delle piante infette e monitoraggio nel raggio di 50 metri).
Inoltre, quest'anno parte il nuovo Piano di Azione 2023-2025 della Regione Puglia, che descrive come devono essere organizzati e svolti i monitoraggi, le misure di eradicazione e contenimento e tutte le azioni volte a monitorare e controllare il vettore di Xylella fastidiosa, il Philaenus spumarius.
Uno dei punti di novità del nuovo Piano è la sua proiezione a livello triennale piuttosto che annuale. In questo modo si passa da una gestione dell'emergenza ad una gestione ordinaria, fondamentale vista la complessa problematica che si sta prolungando nel tempo. Si definiscono così anche le risorse economiche per 3 anni e si organizza una sorveglianza del territorio che non si ferma mai e diventa continua.
Nonostante l'aumento del numero di piante infette, negli ultimi anni è stata comunque registrata una riduzione dello spread della malattia. Le motivazioni di questo rallentamento possono essere dovute a 3 fattori principali, quali: le condizioni ambientali meno favorevoli man mano che il batterio si sposta verso Nord, la maggior presenza di varietà resistenti grazie ai nuovi impianti, i buoni risultati ottenuti con le misure di eradicazione e contenimento e la lotta obbligatoria al vettore.
Si tratta di un acaro eriofide strettamente monofago, che quindi si nutre solo a scapito della specie Olea europaea. È originario del bacino del mediterraneo, è molto piccolo (meno di 2 decimi di millimetro) e ha un aspetto vermiforme.
L'Aceria oleae non è una specie nuova, per anni è stata avvistata e segnalata in Italia. Ad un certo punto però ha cominciato ad essere più dannosa per l'olivo e ad oggi non è facile riuscire ad individuare i motivi naturali e non che hanno causato questo cambio nel comportamento dell'acaro.
Aceria oleae causa malformazioni delle foglie, riduzione del lembo fogliare e modificazione dei margini fogliari. Le foglie interessate all'infestazione sono quelle più giovani e sulla pagina inferiore si osserva la perdita della tipica colorazione argentata per colpa del distacco dei peli. Tutti gli organi verdi della pianta sono colpiti, compresi i fiori e i frutti, dove si manifestano i sintomi più gravi. I frutti, che vanno incontro a deformazione, si ricoprono di macchioline argentate che col tempo diventano brune. Un'oliva del genere perde interesse per la trasformazione, inoltre, si registra una variazione della concentrazione di polifenoli nell'olio.
Ci sono ancora poche conoscenze su questo eriofide. È evidente però che è un organismo difficile da controllare anche perché si sposta utilizzando il vento e il materiale di propagazione.
In natura ci sono degli organismi utili che possono tenere sotto controllo Aceria oleae, come per esempio l'acaro predatore Neoseiulus californicus, il fitoseide Amblyseius barkeri, ma anche numerose altre specie di acari fitoseidi predatori e qualche tripide. Esperienze recenti di lanci di Neoseiulus californicus hanno dimostrato un buon controllo dell'eriofide dell'olivo, giungendo alla conclusione che l'intervento con un centinaio di predatori risulta efficace.
Tuttavia, essendo i lanci una pratica costosa e che ha ancora bisogno di essere messa a punto, diventa di maggior importanza la difesa di questi organismi utili che sono già presenti in natura. Infatti, è stato segnalato che i principi attivi per la difesa fitosanitaria attualmente disponibili sul mercato che possono essere utilizzati e sono autorizzati su olivo per il controllo di altri organismi fitofagi, possono creare problemi di perdita di biodiversità soprattutto degli organismi predatori.
Il terzo parassita dell'olivo preso in esame durante l'undicesima edizione di Vigna & Olivo è la mosca, Bactrocera oleae. Vista la consistente diminuzione di principi attivi, diventa di fondamentale importanza integrare tutti i mezzi disponibili per contenere in modo ecosostenibile le infestazioni.
Il monitoraggio è la prima cosa da fare, soprattutto per poter fornire informazioni immediate e corrette agli agricoltori. Con il monitoraggio vengono valutati i fattori climatici e agronomici, i fattori biotici come l'entomofauna naturale utile e gli aspetti agronomici e fisiologici della pianta che possono influenzare lo sviluppo della popolazione. Seguono poi i dispositivi di supporto alle decisioni che permettono di prevedere possibili infestazioni e quindi programmare tempestivamente le azioni di campo.
Le soluzioni dirette per il controllo riguardano la protezione dell'entomofauna utile, il controllo larvicida e il controllo adulticida.
I parassitoidi associati alla Bactrocera oleae sono principalmente ectoparassitoidi, come le larve e gli adulti degli imenotteri Eurytoma martellii e Psyttalia concolor e le pupe e gli adulti dell'imenottero Eupelmus urozonus. Un altro parassitoide, tra i maggiori ritrovato negli oliveti, è il Pnigalio mediterraneus. Da rilievi effettuati in oliveti in cui non vengono utilizzati insetticidi è stata riscontrata una presenza di Pnigalio mediterraneum tale da riuscire a parassitizzare fino al 50% delle mosche.
I mezzi di controllo larvicidi della mosca dell'olivo devono prevedere interventi molto tempestivi poiché con i prodotti attualmente presenti in commercio (a base di acetamiprid e flupyradifurone) gli unici stadi controllabili sono quelli di prima età. I piretroidi invece sono sconsigliati perché non hanno alcuna azione nei confronti delle larve e possono determinare una alterazione grave degli equilibri presenti negli oliveti e influenzare quindi negativamente la presenza di insetti utili.
I mezzi di controllo adulticidi, invece, prevedono dispositivi di attract and kill che vanno installati nel periodo dell'indurimento del nocciolo (inizio di luglio) e vanno lasciati fino alla raccolta. Si tratta di dispositivi semplici da applicare, capaci di durare per tutta la stagione, hanno un basso impatto tossicologico, ambientale e residuale, sono autorizzati in agricoltura biologica e hanno efficacia specialmente con infestazioni medio basse.
Xylella fastidiosa: Piano d'azione 2023-2025 della Regione Puglia
Salvatore Infantino - dirigente dell'Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia
Aggiornamenti delle conoscenze sull'eriofide dell'olivo (Aceria oleae)
Enrico De Lillo - professore presso il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro
La mosca delle olive (Bactrocera oleae): attuali soluzioni di controllo
Antonio Guario - responsabile ricerca e sviluppo presso Agrolab
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